Sci-fi/fantasy nel 2017: com’è andata?

Nuovo anno, nuovi resoconti della cinematografia di genere dei 12 mesi trascorsi. Quest’anno ho deciso, invece di proporre la solita noiosa top10, di raggruppare i film che ho visto in quattro categorie significative e (spero) utili: Film davvero brutti, Film da cui mi aspettavo molto ma che mi hanno deluso, Film divertenti ma non troppo seri, Film davvero belli.

Come al solito, si tratta dei miei gusti personali, e non è detto che il film che più mi ha intrattenuto sia anche quello qualitativamente e tecnicamente migliore. Inoltre, ho deciso di considerare la data di uscita originale, quindi film come Arrival li trovate nella lista del 2016, non in questa. Unica eccezione: The Shape of Water, di Guillermo del Toro, tecnicamente uscito a fine anno, ma che da noi sarà al cinema a febbraio – ed è un film che voglio vedere sul grande schermo.

Film davvero brutti

La lista più popolata. Il 2017 è stato l’anno degli estremi: tanti film fantastici, ma anche altrettanta spazzatura. Da notare che in buona parte si tratta di tentativi di iniziare un nuovo “universo cinematografico” o di proseguirne uno – forse forse gli spettatori cercano anche un minimo di qualità, e non solo serializzazione?

Resident Evil: Final Chapter, Underworld: Blood Wars, Transformers

Possiamo lasciar morire questi franchise? Per piacere? Azione senza cervello, e l’ennesima Kate Beckinsale, Milla Jovovich o Transformer’s girl, non sono abbastanza per fare un film. Dovrebbe insegnare l’esempio di Fast & Furious: servono ottimi personaggi secondari e una buona dose di autocoscienza per avere successo in questo tipo di film d’azione.

The Mummy, Justice League, Power Rangers

“Stiamo finendo le galline dalle uova d’oro, ci serve qualcosa di nuovo da sfruttare per le prossime due decadi con almeno un film all’anno”. Bocciati.

The Dark Tower

La più grossa delusione di quest’anno. Il ciclo della Torre Nera è la produzione Stephen King che più ho amato, e vederlo distrutto in questo modo mi fa piangere il cuore. La parte peggiore è sapere che se solo si fossero limitati a seguire di pari passo il primo romanzo, invece di provare a prendere pezzi da tutti e sei i libri creando una una sorta di zombie cinematografico, sarebbe uscito qualcosa di diversi ordini di grandezza migliore.

 

Film da cui mi aspettavo molto ma che mi hanno deluso

È forse la categoria peggiore, in senso lato. I film che seguono dovevano rappresentare l’eccellenza dell’anno, e invece hanno tutti tradito le mie aspettative. Delusione dopo delusione, ci siamo dovuti trascinare nella visione, con uno sguardo sempre più spento ad ogni minuto trascorso.

Valerian, Life

Due film originali (leggi: né sequel né remake) che dai trailer e immagini sembravano promettenti e interessanti. Valerian doveva essere il nuovo film cult di Luc Besson (il Quinto Elemento è uno dei miei film sci-fi preferiti). Basandosi su un famoso fumetto francese di fantascienza, era minore il rischio di un film solo effetti e sceneggiatura traballante – cosa che invece è puntualmente successa. Peccato, perché l’ambientazione e la fotografia sono fantastici. Ah, e Cara Delavingne non sa recitare.

Life mi sembrava invece una sorta di seguito spirituale del buon vecchio Alien, con atmosfere claustrofobiche, un alieno incazzato, e attori di qualità. Anche in questo caso, la pecca è della sceneggiatura, con i personaggi un po` troppo sciocchi per i miei gusti e una storia che scende nel ridicolo piuttosto in fretta.

Alien: Covenant, Guardiani della Galassia 2

I seguiti più attesi e, dunque, le delusioni più grandi.

Sono due casi leggermente diversi: Covenant doveva finalmente dare senso a quella (tutto sommato interessante) confusione che era stato Prometheus, e invece finisce per aggiungere non-sense a dismisura e dimenticarsi completamente di cosa ha reso Alien e seguiti così affascinanti.

Guardiani della Galassia 2 è l ‘opposto: dove Covenant ha dimenticato troppo i capitoli precedenti, Guardiani li segue fin troppo, esagerando. Quello che esce è un tentativo di replicare il successo del primo film – appunto, un tentativo, nulla più.

Star Wars: Gli Ultimi Jedi

Credo che un po` tutti possano concordare sulla delusione provocata dal secondo capitolo della terza trilogia (scioglilingua) di Guerre Stellari. Qualche difettuccio si poteva perdonare a Il Risveglio della Forza: il suo obiettivo doveva essere, alla fine, semplicemente riavviare il franchise dopo il disastro dei Prequel. Gli Ultimi Jedi era il film che doveva puntare alto e convincermi delle buone intenzioni della Disney.

E invece niente. Rian Johnson ci offre un film che è talmente scollegato dall’universo di Guerre Stellari da far pensare che l’abbia fatto di proposito, per infastidire i fan. Un peccato davvero. Se volete una recensione più approfondita, eccovi accontentati.

Film divertenti ma non troppo seri

A volte si può andare al cinema anche solo per passare un paio d’ore in cui spegnere il cervello e divertirsi – soprattutto quando è pieno di macchine esplose a mezz’aria, mostri dalla perfetta CGI, o Scarlett Johansson mezza nuda. Queste sono le mie scelte per quest’anno:

Fast and Furious 8, Kong: Skull Island

Azione senza sosta, regia di qualità, personaggi interessanti e ottimi effetti speciali. Nel primo caso abbiamo automobili (e sottomarini e aerei), nel secondo mostri giganteschi, ma divertenti allo stesso modo. Non aspettatevi, chiaramente, discussioni sui massimi sistemi filosofici o emozioni e lacrime.

Ghost in the Shell

Un adattamento tutto sommato accettabile di uno dei più famosi e influenti anime cyberpunk. Scarlett Johansson non è il massimo nel ruolo del Maggiore Kusanagi, ma fa comunque il suo lavoro. Fotografia e musiche eccezionali. Peccato, perché l’anime (che io ADORO) è così tanto denso di filosofia e fantascienza da poter riempire libri interi.

Film molto belli

Il top dell’anno, quelli che in una lista tradizionale avrebbero raggiunto il podio o ci sarebbero arrivati molto vicino. Fare una classifica è forse superfluo: sono tutti ottimi film, che meritano una visione a prescindere dalla posizione. Giudicarli è inoltre, a questo punto, più una questione soggettiva: qualitativamente si avvicinano alla perfezione.

It

L’estrema delusione del film sulla Torre Nera è stata controbilanciata dall’eccellente adattamento di It, tratto da un altro dei più famosi romanzi di Stephen King. I rischi erano molti, soprattutto considerando che la parte adattata è quella che ha come protagonisti i bambini – e sappiamo che Hollywood ha la tendenza a rovinare film di questo tipo.

It mostra perché King è uno dei migliori scrittori moderni per quanto riguarda i personaggi e la loro crescita e caratterizzazione. Il cuore del film non è un clown malvagio che spaventa l’audience apparendo improvvisamente dal buio urlando; è un gruppo di ragazzi che crescono insieme, affrontando le difficoltà della scuola e dell’adolescenza, e in secondo piano Pennywise, il mostro.

E in tutto questo, il cast e la regia sono pressoché perfetti.

Wonder Woman

Ogni altro film DC post-Dark Knight Rises (2012) è un disastro, senza capo né coda e con ovvi tentativi (fallimentari) di replicare la formula Marvel, solo scurendo i toni e aggiungendo drama. Wonder Woman invece dimostra che qualche tenua speranza ancora c’è: è un film ben fatto, con una sceneggiatura in buona parte solida, dall’ottima regia e altrettanto buon cast.

Ha l’ottimo pregio inoltre di mostrare su schermo un periodo storico spesso dimenticato dal cinema, e in particolare dai film sui supereroi: la Prima Guerra Mondiale. Vivere lo scontro di Diana l’Amazzone con il mondo nel pieno della Grande Guerra ha un fascino indiscutibile.

War for the Planet of the Apes

Non fatevi ingannare dal titolo: di War (guerra) non c’è quasi nemmeno l’ombra. È più un film “fuga dalla prigione”, e le battaglie e combattimenti occupano una parte davvero minuscola. Ed è proprio questo che lo rende uno dei migliori film dell’anno: non ha paura di prendersi il tempo necessario per sviluppare i personaggi, per umanizzare le scimmie protagoniste e per descrivere il senso di disperazione che provano i sopravvissuti umani.

Oltre, ovviamente, a effetti speciali tanto realistici da non farsi mai notare. Le scimmie sono perfettamente credibili, tanto da essere loro a guadagnare la nostra empatia, non gli esseri umani.

È la degna conclusione della storia di Cesare, lo scimpanzé che abbiamo seguito lungo tutta la nuova trilogia.

Thor: Ragnarok, Spider Man: Homecoming

Vanno di moda i titoli con il nome del supereroe seguito dai due punti e una parola che descrive a grandi linee quello che succede nel film. In questo caso, le similarità vanno oltre al titolo: entrambi i film hanno saputo reinventarsi e separarsi nettamente dai film precedenti, con un innegabile successo e una nuova linfa.

Il rischio con Thor era maggiore: era l’eroe dai toni più seri e “dark” dell’intero gruppo Marvel, e iniettarvi una buona dose di Guardiani della Galassia poteva senza dubbio provocare un pericoloso ritorno di fiamma. Così non è stato, e complice una separazione più o meno netta dal passato (per esempio, eliminando il personaggio di Natalie Portman e buona parte dei collegamenti con la Terra), il risultato è stato inaspettato e godibile.

Spider Man: Homecoming ha saputo invece tornare alle origini, al vecchio Spider Man di Sam Raimi e a quello che l’aveva reso il film che ha, di fatto, inaugurato la stagione dei supereroi Marvel. Più piccole quindi le dimensioni, in tutti i sensi: Peter Parker è alle prese con piccoli delinquenti di quartiere, a New York, senza cattivi inter dimensionali o armi dai poteri cosmici. Le (brevi) apparizioni di Iron Man sono similmente di piccola portata, più per redarguire Peter e rimediare ai suoi pasticci che per salvare la Terra.

Sono due film perfetti per una serata di Netflix e popcorn.

Logan

Uscendo dal cinema, lo scorso Marzo, ero già sicuro che Logan sarebbe stato, se non il miglior film dell’anno, sicuramente sul podio. E così è stato.

Logan è, in un certo senso, deprimente e strappalacrime, ma allo stesso tempo il più originale tra tutti i film sui supereroi dell’ultimo decennio. Non ho sottotitolato la mia recensione il tramonto di un eroe senza motivo, a conti fatti: è un saluto dolceamaro all’X-men preferito da tutti, e forse anche al professor Xavier di Patrick Stewart.

Il film è pressoché perfetto: cast fantastico (senza dubbio la miglior performance di Hugh Jackman), direzione più che competente, sceneggiatura che fortunatamente predilige world building e crescita dei personaggi all’azione senza motivo, e ritmo adeguato, lento quando è necessario ma sempre pronto a una repentina accelerazione.

Blade Runner 2049

La scelta è stata dura, ma il mio film preferito dell’anno è Blade Runner 2049 (qui la recensione). Come per altri film di questa lista, era un progetto dai rischi enormi: Blade Runner è un mostro sacro della cinematografia di fantascienza, e fare come tanti altri sequel/reboot fanno di questi tempi (cioè copiare pari passo – parlo a te, JJ Abrams) sarebbe stato un disastro.

Invece, 2049 ha saputo trovare la sua strada, proponendo una storia originale con degli agganci molto intelligenti al capitolo precedente. È un film completamente autonomo, in grado di sostenersi sui suoi piedi. Per certi versi, è anzi migliore del film del 1982, soprattutto per quanto riguarda sceneggiatura, personaggi e ritmo.

Sia chiaro: non è un film per tutti. È lento, affronta temi molto complessi e dura quasi tre ore – impegnativo senza ombra di dubbio. Chi ama la fantascienza non può, però, evitarne la visione.