Recensione “Captain America: Civil War”

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Civil War è il primo film dell’Universo Cinematografico Marvel di quest’anno (Deadpool è tecnicamente parte del ciclo X-Men, quindi non fa testo). Come è ormai abitudine, si tratta di un film assolutamente competente, parte dell’ingranaggio perfettamente oliato che è la casa di produzione Marvel. Pur avendo qualche problema di originalità, è un film decisamente godibile, che conclude con successo numerosi archi narrativi e ne apre altrettanti, segnando l’inizio della Fase 3 dell’Universo Cinematografico Marvel.

Per chi non lo ricordasse, infatti, con Age of Ultron (e con Ant-Man, seppur scollegato dagli altri film) si concludeva la Fase 2 dell’Universo Cinematografico Marvel. Eravamo rimasti con gli Avengers vittoriosi, ma allo stesso tempo costretti a considerare la notevole scia di distruzione lasciata sul loro percorso. La Fase 3 porterà i nostri eroi ad affrontare il loro speciale status di eroi oltre i limiti della legge: dovranno decidere se rimettersi in riga e sottostare a una organizzazione internazionale, o diventare fuorilegge de facto. 

La Civil War del titolo sta tutta qui. Il dilemma morale, che è nettamente meno pronunciato rispetto ai fumetti ma comunque ben presente, è se sia giusto abbandonare la libertà finora goduta, anche se significa correre il rischio di non poter intervenire dove si vuole o, peggio, che qualcuno possa prendere il controllo e sfruttare la potenza degli Avengers in modo sbagliato (ricordiamo che il tradimento interno allo Shield è memoria ancora ben vivida).

Come sappiamo dai trailer e, ovviamente, dai fumetti, gli Avengers vengono spaccati in due fazioni opposte. La sensazione è che ci si trovi di fronte a uno di quei film che si trovano “nel mezzo di una trilogia”, come L’Impero Colpisce Ancora Le Due Torri: film di ottima qualità, senza dubbio, ma estremamente difficili da considerare da soli, senza metterli in relazione con i precedenti e i successivi. Prosegue la story line di Tony Stark, in un arco narrativo che dura da ormai 4 (o 5?) film, e sarà davvero interessante vedere come continuerà in futuro (nota dolente: totalmente assente Pepper); torna anche il Soldato d’Inverno, con un forte impatto sulle decisioni e sul futuro di Captain America; e così via, in una continua sinfonia perfettamente intonata.

Laddove nei fumetti, inoltre, lo scontro tra le due fazioni assume molto rapidamente toni estremamente violenti, fino a sfociare in una caccia senza esclusione di colpi, il film rimane decisamente più contenuto, e ciascun eroe ha delle motivazioni serie e condivisibili (da noi spettatori) per unirsi a una fazione o all’altra. È difficile, sia durante sia a fine film, decidere per chi parteggiare, tanta è la qualità e lo spessore dei personaggi.

Personaggi secondari che sono anch’essi un notevole punto forte. La mia preferita, Wanda/Scarlet Witch, fa una fantastica figura, soprattutto al paragone con Age of Ultron, ma anche Vision non scherza – va sottolineato ancora una volta che non sto parlando esclusivamente delle scene di combattimento (che ci sono, e sono ben fatte), ma anche e soprattutto dello spessore psicologico degli eroi, delle loro motivazioni e desideri, della loro moralità e intenzioni. Wanda e in particolare Vision erano poco più di un deus ex machina usati per dare una svolta allo scontro con Ultron, e finalmente, in Civil War, possiamo conoscerli meglio.

Tra gli altri, abbiamo una ripetizione delle già assodate qualità di personaggi come Hawkeye, Falcon, War Machine, Black Widow, Ant-Man. Come per Wanda e Vision, anche questi non sono usati solamente per la coreografia di un paio di combattimenti, ma hanno uno spazio sullo schermo adeguato per farci comprendere cosa li spinge a scegliere Captain America o Tony Stark (non per niente il film dura quasi due ore e mezza).

I nuovi arrivati sono un’altra grande sorpresa. Pantera Nera (Chadwick Boseman) è un cast direi perfetto, e ruba quasi ogni scena in cui si trova, che sia in costume o senza. Anche Spider Man (Tom Holland) è nettamente migliore di quanto pensassi prima di entrare in sala: non siamo ancora ai livelli di Tobey Maguire, ma per una prima breve apparizione non ci si poteva aspettare di meglio, ed è una buona garanzia per il film che arriverà fra un paio d’anni. Senza dubbio siamo a livelli nettamente più alti di The Amazing Spider Man 2 (probabilmente ve lo siete tutti dimenticato, ma è uscito meno di due anni fa).

Il punto debole del film è sicuramente il cattivo. Senza spoilerare, ci troviamo di fronte all’ennesimo nemico di uno (o più) Avengers fatto con lo stampino, senza molto spessore e dalle motivazioni tanto dirette quanto funzionali a muovere in avanti la trama. Rispetto a molti altri film (Age of Ultron o Iron Man 2, per esempio), non è particolarmente grave: il vero scontro è tra Steve Roger e Tony Stark, e il cattivo è (per sua stessa ammissione), solo un meccanismo per metterli uno contro l’altro.

E, senza dubbio, lo scontro è magistralmente raffigurato, a partire dai dilemmi morali delle “vittime collaterali” da cui ha preso il via il film fino ai conflitti più personali dell’ultimo atto, passando ovviamente per una buona dose di cazzotti e scontri a tutto schermo tra gli alleati dei due eroi. È uno dei migliori film dell’Universo Cinematografico Marvel post-Avengers, e lancia la Fase 3 in uno dei modi migliori possibili.

Voto Finale: 8.5/10