Annihilation (recensione)

Alex Garland ha rapidamente scalato, negli ultimi anni, la classifica dei miei registi e sceneggiatori di fantascienza preferiti, e assieme a Villeneuve (Arrival, Blade Runner 2049) è uno dei pochi di cui aspetto trepidante le produzioni cinematografiche (che Dune arrivi il più in fretta possibile). Il pregio di Garland è conoscere la fantascienza, i suoi archetipi e fondamenti, e saperla modernizzare in modo originale e competente: ed è così che se in Ex Machina si intravedevano il Philip Dick dei robot e i recenti avanzamenti sulle AI contro cui Elon Musk ci mette sempre in guardia, e se in Sunshine spingeva ingombrante l’eredità di 2001 Odissea nello Spazio con un pizzico del film cult Event Horizon, in Annihilation si rivede il sovietico Tarkovsky (Solaris e Stalker e relativi sequel/reboot) oltre a, nuovamente, Kubrick o anche lo stesso Villeneuve di Arrival o Blade Runner 2049.

Con una buona dose di horror: Annihilation sa spaventare in un modo così viscerale e competente da far impallidire praticamente buona parte dei film fanta-horror post Alien. E non è un terrorizzare lo spettatore attraverso banali jump-scares o rumori improvvisi. È una tensione continua, che i silenzi e i momenti di quiete non fanno altro che accentuare, e la musica (a metà via tra Arrival e Under the skin) porta all’ennesima potenza.

Su tutto, una fotografia eccezionale ed effetti speciali che in buona parte tengono il passo con buona qualità. La Shimmer, la zona in cui è ambientata buona parte del film, è tanto più contorta e allucinante quanto più i personaggi vi penetrano all’interno e le tradizionali leggi della biologia e fisica vengono meno. Tutto contribuisce ad aumentare via via sempre più la sensazione di trovarsi all’interno di qualcosa di alieno, pur senza, di fatto, vedere una singola creatura aliena per quasi tutto il film.

La sceneggiatura è forse un po` troppo semplice e lineare, composta principalmente da una sequenza di scene che potrebbero anche essere tranquillamente scollegate una con l’altra. Normalmente ne sarei particolarmente infastidito; in questo caso, le già citate atmosfere e soprattutto i personaggi lasciano perdonare buona parte dei difetti della trama.

Senza dubbio il merito va alle performance dei protagonisti, da Natalie Portman a Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight), da Tessa Thompson (Westworld, Creed) a Gina Rodriguez. Tutte donne, come si può notare: è un peccato che si sia spinto tanto sulla questione del genere del cast per un film (terribile) come Ghostbuster (2016), e un film di qualità come Annihilation è passato invece in sordina.

Personaggi che non sono solo in mano a ottimi attori, ma hanno anche uno spessore che oggigiorno si vede piuttosto raramente. E, ancor più ammirevole, non sono presentati con il tipico flashback o uno scambio di battute di esposizione, ma si lascia lo spettatore scoprirne lentamente la storia – sono persone “danneggiate”, ci viene detto in una delle prime scene (“chi altro andrebbe in missione potenzialmente suicida?”), ma per sapere in che modo e cosa gli sia successo c’è da arrivare praticamente all’ultimo atto. La zona aliena è ancor più reale proprio perché vista attraverso gli occhi di personaggi così reali e sfaccettati, e analizzarne le anomalie e stranezze non è solo questione di osservazione scientifica, ma di interpretazione attraverso la loro psiche e memoria. La Shimmer influenza e cambia (evolve?) non solo l’ambiente, ma anche i protagonisti stessi, contribuendo alla sempre più profonda e disturbante sensazione di inquietudine che avvolge l’intero film.

È sicuramente un peccato che la travagliata storia della produzione di Annihilation ne abbia impedito l’uscita al cinema in Europa. Ne sarebbe sicuramente valsa la pena. Soprattutto considerando che, a mio avviso, si tratta di uno dei migliori film di fantascienza pura degli ultimi 10 anni, alla stregua di capolavori come Arrival, Children of Men e Insterstellar.

Non è sicuramente un film per tutti: è lento, psicologico, intelligente, cupo, e non tiene lo spettatore per mano. Vale lo stesso consiglio che ho dato per Blade Runner 2049: se non vi piace il genere, non aspettatevi di essere colpiti da Annihilation. È, anzi, probabile che finirete per odiarlo. Per chi ama questo tipo di film, invece, è una visione da non perdere assolutamente.

Voto finale 9/10