Assassin’s Creed: l’ennesimo adattamento mediocre o qualcosa di più? Recensione

La lista di film adattati da un videogioco è lunga, a partire dai primi tentativi con Super Mario Bros nell’inizio anni 90 (film abbastanza terribile, ma oggi un cult) fino ai vari Tomb Raider, Resident Evil, e gli occasionali Silent Hill e Hitman. I risultati sono, il più delle volte, deludenti, e mai ottimi: nessuno ha più del 50% su Rottentomatoes, e gli unici ad andarci vicino sono Warcraft, Angry Bird e, stranamente, Final Fantasy.

Le aspettative per Assassin’s Creed erano, dunque, basse già prima di entrare in sala. Michael Fassbender era forse l’unico barlume di speranza in un film che mi aspettavo mal costruito, soprattutto in materia di sceneggiatura, dialoghi, world-building e sinergia tra personaggi. In effetti, così è stato, e nonostante sia un film divertente e piacevole, condivide i soliti problemi con tutti gli altri adattamenti da un videogioco.

Il primo e più evidente problema, soprattutto a chi è familiare con la serie di videogiochi, è che le scene ambientate nel presente non sono nemmeno lontanamente interessanti quanto quelle ambientate nella Spagna di fine ‘400. Ogni Assassin’s Creed riceve la stessa critica, e mi sembra francamente assurdo che il film ricada nello stesso errore. Io, spettatore o videogiocatore, voglio vedere i protagonisti volteggiare sui tetti, combattere contro guardie e soldati, muoversi nell’ombra e preparare assassinii – non di certo discutere nella mensa di una prigione. Intendiamoci: il problema non è necessariamente il tipo di scena, ma la loro lunghezza. Più di due terzi del film sono nel presente, e non è facile riuscire a stare svegli nell’attesa che si ritorni alla parte più importante.

La Spagna dell’Inquisizione è, comunque, una scelta perfetta: è raramente raffigurata (noi la conosciamo grazie a Valerio Evangelisti), ma non per questo meno affascinante e interessante, e inquietante allo stesso tempo. Lo scontro tra Assassini e Templari è ben introdotto e sviluppato, rimanendo allo stesso tempo fedele alle fonti. Le tre volte (sì, solo tre) che il film ci porta nel passato abbiamo un assaggio di quel che sarebbe potuto essere un bel film, ma purtroppo non durano mai a sufficienza e sono sempre interrotte dal presente.

Dal punto di vista tecnico non vi sono problemi, ma d’altra parte è uno degli aspetti in cui gli adattamenti di videogiochi posso vantarsi di eccellere. Gli attori sono tutti adeguati al loro personaggio, ma sono tutti nella loro zona di conforto. Michael Fassbender, come ipotizzavo, indossa i panni dell’assassino alla perfezione, come anche Marion Cotillard e Jeremy Irons.

Voto Finale: 6/10