Rogue One: a Star Wars Story: tutto quel che si può volere da un film su Star Wars

Quando recentemente ho rivisto Il Risveglio della Forza, mi sono ancora più convinto della prima impressione che ebbi un anno fa: film tecnicamente ben costruito, ma con una delle peggiori trame in un film di fantascienza a grosso budget degli ultimi anni, che si reggeva in piedi solo grazie a delle performance eccezionali di un cast magistralmente messo insieme. Al tempo, l’avevo inserito al terzo posto della mia classifica dei film di fantascienza del 2015, ma in retrospettiva non se lo meritava affatto.

Rogue One è tutto quello che Il Risveglio della Forza sarebbe potuto essere, se solo avesse avuto una sceneggiatura decente, con una minima parvenza di originalità e senso. Certo, ha qualche pecca, in particolare nella presentazione dei personaggi durante la prima mezzora e nella loro caratterizzazione, ma tutto il resto è assolutamente ben costruito e pone le basi per uno dei migliori film su Star Wars, senza dubbi da porsi al pari della vecchia trilogia.

La storia è nota, ed è perfettamente riassunta nei titoli a scorrimento di Guerre Stellari: alcuni hanno sostenuto che il grosso “spoiler” finale (la Ribellione recupera i piani della Morte Nera, in mano a una Principessa Leia in fuga) rovini il film, togliendo il gusto alla visione, ma sono sciocchezze senza senso. Quello che conta non è solo la destinazione, ma anche il viaggio, e il viaggio in questo caso è decisamente interessante. Nulla sapevamo (se si esclude il recente cartone) di cosa fosse successo e di come (se?) funzionasse la ribellione nei 20 anni di Impero che seguono La Vendetta dei Sith; Rogue One aiuta a riempire questo vuoto e, soprattutto, a mostrarci una ribellione molto più reale e cruda di quella a cui siamo abituati. Gli stessi protagonisti lo ripetono più volte: abbiamo fatto cose orribili per la causa, ogni volta trovando una giustificazione che ci consentisse di continuare sulla nostra strada, come nulla fosse.

I toni sono dunque, per forza di cose, ben più cupi e pessimistici del Risveglio della Forza e, ovviamente, di tutta la nuova trilogia. Molti paragoni sono stati fatti con L’Impero colpisce ancora, a mio parere con successo: in entrambi i film la ribellione è in ritirata, con poche speranze e ancor meno forze a disposizione. Non è un film leggero, e sicuramente piacerà meno a chi preferisce lo Star Wars più rilassato e giocoso – ma, d’altra parte, è un ragionamento che si può fare anche per L’Impero colpisce ancora, che per molti è il miglior film della vecchia trilogia ma per tanti altri il peggiore e più noioso. Sono decisamente curioso di sapere cosa ne hanno pensato i molti bambini in sala.

Come dicevo, forse la pecca maggiore è la presentazione e caratterizzazione dei personaggi. La prima mezzora scorre ben più lenta del resto del film, e nonostante questo non riesce a valorizzare nessuno dei personaggi. Il rapporto tra Jyn Erso e suo padre è mostrato per meno di un minuto, e non ha nemmeno lontanamente lo spessore necessario per farci affezionare alla coppia – ed è un peccato, perché in fin dei conti è ciò che regge la trama intera, e l’unico motivo per cui la ribellione potrà distruggere la Morte Nera. Gli altri personaggi, pur secondari, sono decisamente più interessanti e variegati – merita sicuramente un cenno il robot, K2SO, che continua con successo la dinastia di robot che fanno da comic relief tipici di Star Wars.

Tecnicamente, il film è superbo. La musica è eccezionali, e gli effetti sono quanto di meglio si possa sperare. L’ultimo atto, in particolare, è una continua battaglia tra ribelli e impero, a terra, nei cieli e nello spazio, e si merita sicuramente il podio tra i combattimenti di tutti gli Star Wars. Se non fosse per i problemi di ritmo e di personaggi nella prima parte, avremmo avuto tra le mani/ un capolavoro. E gli ultimi minuti con Darth Vader valgono, da soli, il prezzo del biglietto.

Voto Finale: 8.5/10