Suicide Squad: quando la squadra non è in sincronia

Una settimana dopo il resto del mondo, e nel bel mezzo del ponte di Ferragosto (chi ha pensato fosse una buona idea?), anche da noi è uscito al cinema Suicide Squad. Speranza di rivincita dei fan DC dopo il fallimento di Batman v Superman, non ha però ricevuto, oltre oceano, recensioni particolarmente favorevoli, e sembra soffrire degli stessi problemi degli ultimi film DC. Ma non è, in realtà, il catastrofico disastro che ci viene dipinto dalla critica: certo, soffre di un buon numero di problemi che minano il risultato finale, ma tutto sommato sono un paio d’ore piacevoli e soddisfacenti, in particolare per chi ha una buona conoscenza dei fumetti da cui è tratta la storia.

Partiamo dagli aspetti positivi. Il casting è eccezionale. Ogni attore ricopre il suo ruolo con maestria, e l’unico dispiacere è che molti personaggi non siano presenti sullo schermo più a lungo. Tra tutti, ovviamente, spicca Will Smith (come al solito, direi), il cui Deadshot è al centro dell’attenzione in ogni scena in cui compare. È anche, forse, il personaggio più vicino agli standard del genere, e il suo percorso di redenzione nel corso del film è un pizzico scontato, ma comunque apprezzabile – e sicuramente Will Smith contribuisce non poco a darci quello spessore che a primo acchito poteva non avere.

Altra menzione necessaria è per Margot Robbie nel ruolo di Harley Quinn. Certo, è un personaggio praticamente mai visto sul grande e piccolo schermo (solo brevemente in una serie TV del 2002) e non abbiamo quindi nessuna performance con cui fare confronti, ma non ci sono dubbi che sia riuscita a canalizzare tutta quella pazzia ed eccentricità che possiede nei fumetti. Apprezzabile anche nei flashback pre-trasformazione, in cui è la povera dottoressa Harleen Quinzel, innamorata disperatamente di Joker.

Harley Quinn

Joker che, dispiace dirlo, non ha convinto molto. Jared Leto ha cercato di portare sullo schermo un Joker selvaggio, ben più estremo di quelli di Heath Ledger e Jack Nicholson – non solo nell’aspetto fisico (tatuaggi, denti finti), ma anche nei metodi e comportamenti. Non ha funzionato a dovere, e in molte scene ho avuto l’impressione che ci stesse provando un po` troppo. C’è da notare, comunque, che il tempo sulle schermo è estremamente ridotto, e si può ridurre a un paio di scene nei flashback di Harley Quinn e qualche minuto verso la fine del film: poco, davvero troppo poco per dare un parere finale su questa versione di Joker. Il trailer ci aveva decisamente ingannati, dando l’idea che Joker fosse un membro della Suicide Squad, o che, quanto meno, avesse un ruolo più prominente nel corso del film.

I rimanenti personaggi sono tutti generalmente ben raffigurati. Cara Delevingne è fantastica come Incantatrice, antica e aliena, ma sicuramente affascinante. Joel Kinnaman (che avevo apprezzato nella serie TV The Killing) fa il suo dovere come colonnello e capo della Suicide Squad, pur essendo un ruolo abbastanza piatto; come abbastanza scontata è anche Viola Davis nei panni di Amanda Waller, creatrice e burattinaia dell’intera Squadra. Boomerang, Killer Croc, El Diablo, Katana e Slipknot sono interessanti e mostrano occasionalmente un grande potenziale, ma sfortunatamente non sono mai approfonditi a sufficienza, oltre a qualche breve flashback qua e là.

Suicide-Squad

Ed è questo uno dei problemi dello script. Abbiamo una dozzina di personaggi teoricamente importanti tutti allo stesso modo: non ci sono gerarchie all’interno della Suicide Squad, e se ogni tanto Deadshot prende il timone è principalmente perché Will Smith è Will Smith, ed è inevitabile. È difficile giustificare più tempo sullo schermo per un personaggio rispetto a un altro, e ci ritroviamo quindi con una miriade di brevi flashback o scene di pura esposizione dedicati ciascuno a un singolo personaggio, ma che non si amalgamano per nulla tra loro e molto poco con il resto del film. Forse sarebbe stato preferibile ridurre il numero di personaggi, e dare più spazio a ciascuno: non tutti hanno letto ogni singolo fumetto DC Comics e ne conoscono il background a menadito.

Una conseguenza di questa continua ossessione con il presentarci innumerevoli personaggi e cercare di inserirli nella trama generale, è che l’editing sembra eseguito da due (o più) team differenti, che non hanno mai avuto contatti fra loro. A quanto pare, l’agenzia che ha prodotto i trailer del film è stata assunta in seguito anche per fare l’editing di un numero imprecisato di scene del film, e si vede: i primi 20 minuti di film sono una confusa sequenza di flashback e brevi scene che sembrano esattamente dei trailer o videoclip musicali, con canzoni famose ad alto volume e azione senza approfondimento. Una sofferenza.

Il secondo atto del film è molto più vicino agli standard dei film sui Supereroi: c’è un obiettivo, i buoni (in questo caso cattivi) devono raggiungerlo, e in mezzo ci sono altri cattivi di cui disfarsi. E ovviamente al termine della missione c’è lo scontro finale con il Super Cattivo. Ecco, qui il film davvero eccelle e mostra le potenzialità della Suicide Squad: l’azione è ben girata e divertente, l’ironia e l’umorismo sono sempre presenti (soprattutto merito di Harley Quinn), e c’è anche quel pizzico di crescita dei personaggi che lascia soddisfatti a fine film.

Come al solito per le grandi produzioni DC/Marvel degli ultimi anni, gli effetti speciali non hanno punti deboli, e la direzione durante le scene d’azione è buona. Nulla da lamentarsi in questo settore.

In conclusione, dunque, Suicide Squad è un film dalle ottime potenzialità, ma che sfortunatamente, soprattutto nella prima parte, soffre di scelte di editing bizzarre e confuse. I personaggi sono tanti – troppi – e non c’è spazio per approfondirli a dovere, ma il cast è solido e nel secondo atto ha qualche possibilità per brillare.

Voto Finale: 6.5/10