Lettura “Signore degli Anelli” – Capitolo 6: La Vecchia Foresta

Dopo il povero (per quanto riguarda l’avanzamento della storia) capitolo 5, ci troviamo ora di fronte a un capitolo denso (in tutti i sensi – è una foresta!) e zeppo di avvenimenti.

Come accennavo nello scorso capitolo, questo è un buon punto per recuperare i capitoli persi e mettersi in pari!

La Vecchia ForestaSignore Anelli Small

Sveglia, Frodo, dormiglione! Sono ben le quattro e mezza del mattino, ed è ora di partire. Evidentemente gli Hobbit non conoscono bestemmie o improperi, altrimenti il Signore degli Anelli ne sarebbe pieno. Pipino, Merry e Sam sono già svegli da un pezzo e pronti a partire, e, a parte Frodo, l’unico ancora a letto è Grassotto, che tanto non partirà con gli altri Hobbit e si può quindi regalare qualche minuto di sonno in più.

L’ora della partenza è fissata alle sei. Non ci mettono molto a raggiungere la Siepe, alta e imponente; la attraversano grazie a un tunnel di mattoni, nascosto da una curva (altro che Ice Wall di Game of Thrones!). Merry assicura i compagni: la Foresta non ha orchi e streghe come nelle storie delle zie e nonne ed è quasi del tutto sicura – certo, è strana e gli alberi non amano gli estranei (wtf? sarebbe la risposta giusta), e se danneggi una radice o un ramo potrebbero farti brutte cose, specialmente di notte. Un tempo, pare che gli alberi avessero provato ad attaccare gli Hobbit, ma una spedizione punitiva con il fuoco li ha dissuasi dal riprovarci.

Passato il fossato oltre la Siepe, trovano finalmente il sentiero di cui Merry aveva parlato in precedenza. Pare che le strade e i viottoli all’interno della Foresta non siano del tutto fissi, e possono cambiare posizione e direzione. Dopo alcune ore di vagabondaggio, trovano finalmente un punto fisso, la Radura del Falò in cui erano stati bruciati gli alberi durante la “battaglia” tra Hobbit e alberi di molti anni prima. Sull’altro lato della Radura parte un nitido sentiero, che gli Hobbit imboccano.

Non molto dopo, il sentiero inizia a farsi sempre più stretto e cupo, e l’aria diventa pesante e calda. Non possono fare altro che proseguire, e finalmente raggiungono una collina sulla quale possono riposarsi e respirare un po` di aria pulita. Da lì sopra possono vedere tutta la Foresta, almeno fin dove la foschia consente. Merry indica con il dito una sorta di fessura che taglia la Foresta in due: è il Sinuosalice, il fiume che arriva dai Tumulilande e sbocca nel Brandivino molto più a sud-ovest. Non bisogna assolutamente passare dal fiume, dice, perché è il nucleo di tutto il mistero che avvolge la foresta (ho come l’impressione che finiremo da quelle parti fra non molto).

Yep, avevo ragione. Poco dopo aver ripreso il cammino, infatti, i nostri Hobbit si rendono conto che il sentiero curva bruscamente verso est: la direzione è quella del Sinuosalice. Non ci sono alternative. Più avanzano, inoltre, e più il terreno stesso li spinge verso il fiume: fosse del terreno, burroni, cespugli e rovi. “Almeno sappiamo dove siamo: all’opposto di dove volevamo andare!,” nota Merry, guardando il Sinuosalice.

Gli Hobbit continuano ad arrancare seguendo il fiume. Sono sempre più stanchi, e la sonnolenza sembra sprigionarsi dal terreno e dagli alberi. Sono tutti presto intontiti, e nemmeno Frodo riesce a vincere il torpore. Merry e Pipino si appoggiano a un salice, e si addormentano quasi di botto. Sam è l’unico a non addormentarsi: ha seguito i pony per fermarli, e al suo ritorno si accorge che Frodo sta per annegare, con una grossa radice che lo tiene nell’acqua. Sam lo salva trascinandolo a riva. Frodo, appena risvegliatosi, è sicuro che sia stato un albero ad averlo spinto nel fiume.

Sentono una sorta di click, e ritornano di corsa verso gli altri due Hobbit. Pipino è svanito: la fessura su cui si era appoggiato è ora completamente chiusa. Anche Merry è mezzo ingoiato dall’albero, con solo le gambe che sbucano dal tronco. Calci e pugno sono inutili: l’albero non vuole lasciar scappare gli Hobbit. Provano con il fuoco, ma è un’idea sbagliatissima: appena tocca il tronco, un grido di dolore arriva dal suo interno. È Merry: l’albero gli ha detto che lo taglierà in due, se non smettono di provare a incendiarlo.

Frodo, senza sapere nemmeno perché, si mette a correre per il sentiero chiamando aiuto. Una voce profonda e felice risponde: è una canzone priva di senso, che parla di Tom Bombadil, di Baccador, di gigli. Poco dopo appare dal sentiero, saltellante, uno strano tipo, con stivaloni infilati sulle gambe, un vecchio cappello a punta  malconcio con una piuma, e una grossa barba che avvolgeva un viso rosso come un pomodoro.

Quando gli Hobbit gli spiegano gridando il loro problema, Tom Bombadil (è questo il suo nome, ci dice) si arrabbia con il Vecchio Uomo Salice. Non deve mangiare gli Hobbit! Tom conosce la canzone giusta: si appoggia al tronco, inizia a canticchiare con la sua voce suadente, e come per magia l’albero lascia andare Merry e sputa fuori Pipino.

Tom Bombadil scoppia a ridere, e invita i suoi nuovi piccoli amici a cena a casa sua. Baccador ha già pronto tutto, e la tavola è imbandita con miele, pane e burro.

I nostri Hobbit accettano volentieri. La strada è difficile, come lo era prima, ma seguire Tom Bombadil è sicuro, e non si perde la strada. Qualche tempo più tardi, finalmente, alla fine del sentiero, su un colle, brillano le luci di una casa, accogliente e sicura..

Il commento di LoC

Tom Bombadil! La più misteriosa figura di tutto il Signore degli Anelli – anzi, di tutta la mitologia tolkienesca. Sono stati scritti saggi interi su chi possa essere questo misterioso personaggio, e Tolkien stesso ha ripetuto più volte che nemmeno lui era sicuro di dove situarlo. Nel prossimo capitolo, quando Tom racconterà qualcosina agli Hobbit, sapremo qualche dettaglio in più, e magari nel commento aggiungerò qualche informazione tratta dai (moltissimi) libri che ho in giro per casa.

Per il resto, la Vecchia Foresta è proprio inquietante come ci aspettavamo. È già dal capitolo precedente che Tolkien ha iniziato a preparare il terreno, anticipandone la sua pericolosità tramite il terrorizzato Grassotto. Anche in questo capitolo, comunque, è un tema frequente nelle prime pagine: Merry dice che molte storie sono false, ma c’è comunque qualcosa di strano negli alberi.

Pian piano che avanzano, si fa tutto sempre più difficile, tanto che pure noi lettori ci chiediamo se sia stata la scelta migliore o se forse era meglio rischiare la strada principale. L’aria si fa sempre più calda, gli alberi sono soffocanti, non si vede nemmeno il cielo. In più, il sentiero li forza sempre più ad andare verso il Sinuosalice, il nucleo della Foresta secondo Merry. E, come sappiamo bene, il nucleo è dove ci sono le cose peggiori.

Sorprendentemente, il pericolo arriva per vie impreviste. Non ci sono battaglie e fughe nella foresta, non ci sono spade e asce e attacchi magici. C’è solo uno strano torpore, che costringe gli Hobbit a fermarsi e addormentarsi sotto le frasche del Vecchio Uomo Salice. Tutto il resto succede “fuori scena”, dalla prospettiva di Sam: trova Frodo nel fiume fermato da una radice, ma non abbiamo assistito al momento in cui è stato gettato nell’acqua; sentiamo il click dell’albero che ingoia Pipino, ma vediamo solo il risultato (con Pipino sparito e Merry con solo le gambe che spuntano dal tronco).

Tolkien, come già abbiamo visto per i Cavalieri Neri, è bravissimo a mostrarci il pericolo per vie traverse e a far salire l’aspettativa tramite descrizioni e racconti indiretti. È Merry a fare da guida agli amici, e a raccontare sempre più cose strane sulla Foresta. Gli Alberi si muovono, ti afferrano, ti osservano, provano a invadere la Contea, e così via.

Fortunatamente, Tom Bombadil è pronto a salvare gli Hobbit. Stava in realtà cercando dei gigli per Baccador, la sua bella, ma già che è in zona può fermare il Vecchio Uomo Salice e offrire una cena alla compagnia. Cosa succederà nella prossima puntata?

Cattivo della settimana

Gli Alberi, e tra loro più di tutti il Vecchio Uomo Salice. Sono cattivi (pare), vendicativi, inquietanti. Se sono così pericolosi di giorno, non oso pensare alla notte.

Citazioni della settimana

“Ma la Foresta è strana: tutto in lei è molto più vivo, più conscio di ciò che succede intorno, direi che capisce molto di più che non le cose della Contea. E gli alberi non amano gli estranei: ti osservano e ti scrutano. Generalmente si accontentano di guardarti, finché è ancora giorno, e non fanno gran che. […] Ma di notte avvengono le cose più allarmanti, o perlomeno così raccontano.” – Merry

“Il Vecchio Uomo Salice? Così male si comporta? Ora provvedo subito. Conosco la canzone che fa per lui. Vecchio Uomo Salice Grigio! Gli congelo il midollo se non si comporta come si deve. Canterò fin quando non gli avrò smembrato tutte le radici e il vento impetuoso gli avrà strappato di dosso foglie e rami!” – Tom Bombadil

 


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