Kabaneri of the Iron Fortress – Prima Impressione (Anime)

Non ho mai parlato in queste pagine, finora, di Anime. In realtà, a volte (spesso?) il fantasy e la fantascienza trovano un perfetto media di espressione proprio negli anime giapponesi: il format (brevi serie tipicamente auto-conclusive), la libertà data agli autori, l’elevata qualità, e l’audience adulta li pongono sostanzialmente allo stesso livello delle serie TV nostrane. Per fare un esempio, il cyberpunk (quello di Neuromancer di Gibson o di Blade Runner) ha trovato negli Anime il migliore terreno fertile possibile, producendo capolavori e capisaldi della fantascienza come Akira Ghost in the Shell (che adoro), che hanno ispirato tra gli altri Spielberg, JJ Abrams e i fratelli Wachowski (Matrix cita direttamente Ghost in the Shell in moltissimi punti).

Kabaneri

Detto questo, l’anime che voglio presentare oggi non è al livello dei giganti nominati sopra (per il momento), ma penso valga comunque la visione. I temi di cui tratta sono molto comuni nella narrativa di genere degli ultimi tempi: distopia, apocalisse “zombie” (più o meno), umanità allo stretto – il tutto ambientato in un mondo parallelo decisamente steampunk[1. Da non confondere con il cyberpunk, lo steampunk è un tipo di fantascienza in cui la tecnologia è basata sul vapore, come nel periodo industriale della prima metà del 1800, e lo stile è una evoluzione di quello del periodo vittoriano o, più raramente, del far west americano]. Gli zombie (chiamati Kabane カバネ) si creano in poco tempo e sono veloci: ricordano molto quelli di 28 giorni dopo, anche se a differenza degli zombie normali, il punto debole di questi è il cuore, protetto però da una gabbia di ossa (che ovviamente le armi che funzionano con il vapore non riescono a penetrare).

Il setup in realtà è molto più originale di quello che si potrebbe pensare di primo acchito. Il Giappone è stato completamente “conquistato” dai Kabane, e i sopravvissuti sono costretti a vivere in città fortificate molto lontane fra loro. Gli aerei non sono ancora stati inventati, quindi l’unico mezzo di trasporto per raggiungere queste città sono dei treni a vapore pesantemente fortificati (le Iron Fortress del titolo), che possono resistere agli attacchi dei Kabane che infestano il territorio. I Kabaneri sono umani infettati dagli zombie, ma che sono riusciti a rimanere mezzi umani, guadagnando la forza e agilità dei Kabane ma senza perdere la volontà (effetto collaterale è il dover mangiare sangue ogni tanto, ma ehi, meglio di niente).

Come si capisce dal titolo del post, questa è una prima impressione: al momento siamo arrivati a 7 puntate su 12 totali, quindi più o meno a metà via. Le puntate seguono un trend sempre più comune negli ultimi tempi, dividendo la trama in episodi doppi, che quindi riescono a essere completi (20 minuti per due è la stessa durata di una puntata di una serie TV standard) e allo stesso tempo lasciarti interessato a quello che accadrà più avanti. kabane

Quello che nei primi episodi sembrava uno show essenzialmente horror (è creato dallo stesso studio responsabile di Attack on Titan) si è poi in realtà quietato, diventando meno spaventoso ma decisamente più interessante. I Kabane sono molto più intelligenti degli zombie standard, con alcuni individui che riescono a imparare o ricordare abilità passate (come usare le spade), o addirittura la capacità di fondersi in una sorta di colonia mobile, come fanno alcune specie di formiche. Non manca anche del sano “commento sociale” alla The Walking Dead: gli umani ci mettono poco a tradirsi uno con l’altro al minimo sospetto di infezione (ogni guerriero possiede una bomba per suicidarsi in caso di morso), e i giochi di potere tra sopravvissuti sono quanto mai attivi.

 

I personaggi sono generalmente altrettanto interessanti. Ikoma, il protagonista, è ovviamente un ragazzo – non è però incapace e ingenuo come Eren di Attack on Titan, ma è un abile ingegnere (ha inventato una nuova arma a vapore per uccidere i Kabane), è capace di risolvere i problemi usando il cervello, e diventa Kabaneri (invece di uno zombie) grazie a uno strumento che ha creato di persona. Un altro personaggio affascinante è Mumei, una Kabaneri estremamente abile, ma molto misteriosa e riservata. Il resto del cast è piuttosto standard, senza alti né bassi.

Se c’è una critica da fare alla serie, è forse l’eccessiva rapidità delle trama: in diversi punti si sarebbe potuto facilmente ricavare anche un episodio interamente dedicato, o almeno una decina di minuti in più. Certo, sono solo 12 episodi totali (non i 24+ di un anime “annuale”), quindi qualche economia si è dovuta fare per forza di cose.

Un ultimo punto a favore della serie è la colonna sonora, davvero ottima. Accompagna perfettamente l’azione, sempre eccellente. Anche le sigle iniziali e finali sono molto buone, fatte da Egoist e Aimer (nomi famosi dell’ambiente).