Lettura “Signore degli Anelli” – Capitolo 3: In Tre si è in Compagnia

Un po` di colpevole ritardo, ma eccoci con il terzo capitolo.Signore Anelli Small

Ci eravamo lasciati con la sorprendente scoperta che l’Anello Magico di Bilbo, “rubato” a Gollum 80 anni prima, è in realtà l’Unico Anello, creato dal Nemico per dominare la Terra di Mezzo. Bazzecole, insomma.

E ora, Frodo dovrà portarlo verso Est, perché bisogna distruggerlo il prima possibile.

In tre si è in compagnia

Sembrava si dovesse partire immediatamente, con il fiato sul collo del Nemico, e invece ce la si può prendere ancora con calma. Ho detto presto, non immediatamente, dice Gandalf: la scelta per il giorno della partenza cade quindi per il compleanno di Frodo (e Bilbo!), in autunno. Siamo in primavera, quindi si parla di sei mesi buoni d’attesa. Nel frattempo, Gandalf parte per occuparsi di alcune faccende al Sud, promettendo di tornare entro il giorno della festa di addio.

Ovviamente, l’estate e l’autunno di quest’anno sono assolutamente squisiti: mele e grano in abbondanza, con un sole piacevole tutto il tempo. A Frodo dispiace partire e lasciare l’accogliente Casa Baggins per andare verso l’ignoto, anche se ama l’idea di ritrovarsi nuovamente con Bilbo a Gran Burrone (dagli Elfi, così Sam è contento!).

Per mascherare i motivi della sua partenza, nel caso in cui i servi del Nemico abbiano orecchie vicine, Frodo decide di vendere Casa Baggins (a nientepopodimeno che i Sackville-Baggins) e di far girare la voce che sta traslocando verso Est, nella Terra di Buck – d’altra parte, è dove ha passato buona parte della sua giovinezza, ed è perfettamente comprensibile che voglia tornarci.

Ad aiutarlo a traslocare sono Fredegario e Folco, e i suoi amici per la pelle Pipino e Merry. È già tutto pronto, e il giorno della festa non c’è quasi più niente da spostare. Purtroppo, Gandalf non è ancora tornato, ed è un problema decisamente preoccupante. Non si può attendere più di quel che si è già fatto, e quindi Frodo decidere di partire a piedi, assieme a Pipino e Sam, mentre gli altri amici li precederanno con un carro e gli ultimi mobili da spostare.

Proprio mentre sta uscendo dal cancello sul retro, nella notte illuminata dalle stelle, sente una voce sgradevole provenire dall’ingresso principale. Qualcuno sta chiedendo al Gaffiere dove sia il Signor Baggins – sicuramente non è un buon segno, e solo con un colpo di fortuna Frodo è riuscito a evitarlo.

Dopo qualche buona oretta di cammino nella notte, silenziosi come solo gli Hobbit sanno essere, finalmente la piccola compagnia decide di fermarsi. Passano la notte sotto un albero, al calore di un piccolo focolare.

A svegliarsi per primo è ovviamente Frodo. Il mattino nelle terre selvagge (anche se solo a una decina di kilometri miglia da casa) è, per gli Hobbit, decisamente faticoso: niente bagno caldo, la colazione è frugale, l’aria è pallida e appiccicosa. Prima che la compagnia sia pronta a ripartire, si fanno le dieci. Qualche miglio più tardi, è però ora della seconda colazione, dice Pipino, e così ci si ferma nuovamente.

È a questo punto che a Frodo vengono in mente i versi della canzone La via prosegue senza fine, anche se non riesce bene a ricordare dove l’avesse già sentita (Pipino è il più attento: sembrano versi del vecchio Bilbo”, fa notare). Bilbo parlava spesso della Via, di dove può trascinare una persona prima che se ne accorga.

Si è fatta l’ora di riprendere il cammino, comunque, e così i tre compagni fanno. Nel tardo pomeriggio, succede però qualcosa di preoccupante: un cavallo nero sta arrivando dal sentiero, cavalcato da un uomo imponente, avvolto in un grande mantello nero con cappuccio, da cui uscivano solo gli stivali. Gli Hobbit hanno fatto giusto in tempo a nascondersi in un fosso, ma arrivato alla loro altezza, il cavallo si ferma, come se sentisse la loro presenza. Frodo sente l’impulso improvviso di infilarsi l’Anello al dito, ma proprio mentre la sua mano si sta avvicinando alla catenella che lo tiene, il cavalieri si allontana, e la voglia scompare.

Sam si ricorda che il Gaffiere gli aveva parlato di un tipo simile, che cercava il Signor Baggins. È chiaro che stare sulla strada non è più sicuro: si decide quindi di proseguire per sentieri secondari, lontani da occhi indiscreti.

Verso sera, il cavaliere sembra essere nuovamente sulle loro tracce, ma fortunatamente per gli Hobbit, incrociano il cammino con un gruppo di Elfi. Quanto felice è Sam! Frodo (che sa un pizzico di Elfico) riconosce qualche pezzo della canzone che stanno intonando: parla di Elbereth, e quindi si tratta di Alti Elfi, che non si vedono quasi mai nella Contea, perché ne sono rimasti pochissimi nella Terra di Mezzo.

Gli Elfi si preoccupano a sentir parlare dei Cavalieri Neri, e offrono di dividere il cammino con gli Hobbit, per dare un minimo di protezione aggiuntiva. Per Sam, è come un sogno, ma anche gli altri Hobbit sono impressi dalla compagnia. Il pasto (chiamato frugale dagli Elfi) è degno di un banchetto, e i canti e balli sono fantastici. Il pane aveva un sapore più fragrante di qualsiasi altro pane mai assaggiato, e la frutta era dolce come miele.

Quando quasi tutti sono addormentati, Frodo si ferma a parlare con Gildor, il capo del gruppo di Elfi. Dice di aver visto Bilbo un paio di volte da quando ha lasciato Casa Baggins, nello stesso posto in cui si trovano ora e in uno più lontano, ma non vuole dire nulla di più. Non vuole dire nulla sui Cavalieri Neri (è un compito che spetta a Gandalf), se non che sono servitori del Nemico, ma mette in guardia Frodo: la strada è pericolosa, e devono abbandonare la Contea il prima possibile. Nemmeno a Gildor piace sapere che Gandalf è in ritardo, e non è un buon segno.

Quando si svegliano la mattina, gli elfi sono già partiti.

Il commento di LoC

Un altro calmo capitolo in questo inizio del Signore degli Anelli: sembra quasi che Tolkien l’abbia fatto apposta per filtrare chi è degno di leggere il romanzo.

Le descrizioni, uno dei punti forti di Tolkien, sono assolutamente fantastiche, e vale assolutamente la pena sottolinearne alcune, perché è da questo capitolo che inizia, di fatto, l’avventura nelle “terre selvagge” dei nostri Hobbit. Per esempio, quando Frodo sta per abbandonare Casa Baggins, girovagò per le stanze familiari, e vide la luce del tramonto scolorire sui muri, e le ombra strisciare fuori dagli angoli. La mattina successiva, lontano, ad oriente, il sole rosso si levava dalla nebbia che copriva densa e pesante il paesaggio. Gli alberi autunnali, pennellati di oro e di carminio, parevano navigare senza radici in un mare d’ombra. In basso, a sinistra, la strada scendeva scoscesa da un burrone e spariva dalla vista [1. “Away eastward the sun was rising red out of the mists that lay thick on the world. Touched with gold and red the autumn trees seemed to be sailing rootless in a shadowy sea. A little below him to the left the road ran down steeply into a hollow and disappeared.”].

Nonostante tutti i segnali di pericolo, gli Hobbit non sono molto furbi, e per buona parte del percorso rimangono sulla strada principale. È roba da manuale di D&D, capitolo 1: non stare sulla strada maestra se qualcuno (cattivo) ti sta cercando. Evidentemente, Frodo e compagnia non sono molto abituati al mondo-reale©.

Si ha anche un po` di azione nel mezzo del capitolo, quando schivano per poco uno dei servitori del Nemico (un Cavaliere Nero su Cavallo Nero), il cui cavallo sembra “fiutare l’aria” alla ricerca degli Hobbit. Per fortuna, gli Hobbit capiscono di dover prendere strade secondarie.

Quando il Cavaliere pare averli trovati di nuovo, fortunatamente incontrano un gruppo di Alti Elfi diretti al Mare. Gli Elfi sono perfettamente standard per quanto riguarda la letterature occidentale (d’altra parte, è Tolkien ad aver di fatto creato il genere): eterei, affascinanti, distanti dal mondo e misteriosi. Chiaramente, non dicono nulla di utile, e non fanno altro che incasinare il povero Frodo.

Devo dire che non ricordavo molto bene l’incontro con gli Elfi (va notato che nella versione estesa del film si vedono solo in lontananza, mentre in quella normale è stata tagliata la scena completamente). In effetti, non è una parte particolarmente ben pensata, e spezza fastidiosamente il ritmo (un Cavaliere Nero ci segue! Ah, fermi, ci sono gli Elfi, banchettiamo e cantiamo un pochetto). Se poi consideriamo che nel capitolo ci sono ben tre canzoni/poemi, si capisce perché sia percepito come capitolo piuttosto lentino.

Comunque, le premesse per un’esplosione di azione ci sono tutte, e nei prossimi capitoli se ne avrà sicuramente una buona dose (spoiler-free!).

Cattivo della settimana

Sicuramente, il Cavaliere Nero.

È gobbo sulla sella, veste completamente di nero, il viso è nascosto, e la sua voce è gracchiante e fastidiosa. In più, il suo cavallo annusa come un cane, ed è anch’esso nero.

Sappiamo che è un Servo del Nemico, quindi direi che si può catalogare come Cattivo di Alto Livello.

Citazioni della settimana

“I Sackville-Baggins possono fare quel che vogliono di tutta l’altra roba, appena ci metteranno le grinfie, ma in tutti i casi per questo ho trovato un’ottima sistemazione!” – Frodo, bevendo d’un fiato l’ultimo sorso di un’ottima bottiglia di Vecchi Vigneti

“Non vedo proprio niente di bello!” disse Pipino tirando fuori un occhio da sotto la coperta. “Sam! Prepara la colazione per le nove e mezzo! È pronto il mio bagno caldo?”

“Non so per quale motivo il Nemico ti stia inseguendo, ma sento che è così, per quanto strano mi possa sembrare. E ti metto in guardia: il pericolo è davanti a te e dietro di te, e su ambedue i lati” – Gildor, l’Elfo

 


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