Lettura “Signore degli Anelli” – Prologo

Sin da quando ero bambino, ogni 4-5 anni è mia abitudine rileggere il Signore degli Anelli. È una sorta di rito di passaggio: cinque anni sono di solito sufficienti per farti vedere un’opera con un occhio diverso, soprattutto se è complessa e profonda come, per l’appunto, LOTR [1. L’acronimo comune per indicare il Signore degli Anelli, dal nome originale Lord of the Rings].

ogni 4-5 anni è mia abitudine rileggere il Signore degli Anelli

Signore Anelli SmallSi notano, per esempio, particolari differenti dopo aver riletto recentemente Lo Hobbit. O se si ha in memoria qualche particolare del Silmarillion, o dei Racconti Perduti/Ritrovati/Incompiuti. Anche la lettura che ha seguito la visione dei tre film è stata molto interessante, in particolare per il contrasto tra le scene d’azione, accentuate per forza di cose nei film, e i fantastici paesaggi, dialoghi e poemi che nel romanzo hanno un ruolo per più prominente. Mi aspetto che la recente visione della trilogia dello Hobbit abbia un effetto positivo sulla prossima rilettura: nonostante i molti difetti, i tre film mostrano comunque numerosi episodi che in LOTR e nello Hobbit sono solamente accennati, ma che sono essenziali per comprendere molti eventi paralleli a quelli raccontati nei due romanzi (su tutti, l’investigazione di Dol Guldur, in cui Gandalf scopre Sauron il Negromante, e il successivo intervento del Bianco Consiglio per scacciarlo dalla torre – è l’inizio, inoltre, del tradimento di Saruman)[2. Tutti questi eventi sono appena nominati durante i romanzi e nell’appendice del Signore degli Anelli, o saltuariamente in uno delle tante altre opere tolkeniane].

Per questa rilettura, come si è capito, ho deciso di prendere spunto direttamente dalla lettura periodica che tor.com fa di diversi romanzi fantastici (Dragonlance, Ruota del Tempo, Malazan, Harry Potter, e così via). Ogni settimana leggerò un capitolo, per poi commentarlo e analizzarlo su queste pagine. La giornata scelta per la pubblicazione sarà, penso, il Lunedì. I capitoli totali sono 62, più il Prologo e Appendice – a parte qualche eccezione, sono per buona parte tra le 6000 e 7000 parole, quindi è difficile che riuscirò a farne più di uno per volta (LOTR project è una fonte inesauribile per questo tipo di informazioni).

La giornata scelta per la pubblicazione sarà, penso, la Domenica

Un’ultima nota: proverò, per la prima volta, a leggerlo in inglese, ma cercherò di usare sempre (un po` per abitudine, un po` per capirci meglio) i nomi come sono stati adattati in italiano nella traduzione più comune (quella di Vicky Alliata di Villafranca riveduta da Quirino Principe, del 1967-71).

Chiaramente, sono decisamente ben accetti i commenti. Ancor meglio se qualche coraggioso decide di accompagnarmi in questa rilettura!

Prologo

Il prologo al Signore degli Anelli funziona come introduzione al mondo creato da Tolkien, soprattutto per chi (specialmente negli anni cinquanta) non aveva letto Lo Hobbit e si ritrovava quindi bombardato senza sosta da informazioni nuove e bizzarre. Si presenta come se fosse un’addenda inserita al libro in date successive da un redattore esperto di Hobbit (o, forse, un’Hobbit stesso):

Questa storia è tratta dai più antichi capitoli del Libro Rosso, scritto da Bilbo in persona […]; molti, comunque, desidererebbero saperne di più su questo popolo primordiale, e per questi lettori ho annotato qui i punti essenziali della tradizione hobbit e riassunto qui le sue prime vicende.

Nel primo sottocapitolo, A proposito degli Hobbit, leggiamo tante informazioni interessanti sul popolo Hobbit. Sono creature discrete e modeste, che amano la tranquillità e la coltivazione della terra. Non sono molto alti, non indossano scarpe, e per quanto possano sembrare creature magiche (soprattutto per la loro capacità di sparire di fronte a persone indesiderate), sono perfettamente normali. Vivono, per buona parte, nella Contea, i cui confini sono il fiume Brandivino a sud ed est (anche se ci sono alcuni villaggi oltre il fiume, prima della Vecchia Foresta), i Colli di Vesproscuro a nord, e i Bianchi Poggi a ovest.

Tutta la prima parte del film La compagnia dell’Anello è la perfetta raffigurazione di quanto descritto in queste pagine: gli Hobbit sono sempre felici e spensierati, spesso occupati con feste di tutti i tipi, in cui scorrono fiumi di birra ed è abitudine fumare l’erba pipa, della quale sono i più esperti coltivatori (molto più tardi nel romanzo si ritroverà qualche cassa della migliore erba pipa della Contea tra le rovine di Isengar). Mangiano almeno sei volte al giorno, e quando possibile anche di più. Una vita, insomma, idilliaca, ispirata a quella che, secondo Tolkien, era tipica della sua amata Oxfordshire.

Il secondo breve sottocapitolo è dedicato interamente all’erba pipa. Scopriamo che il primo ad averla coltivata con successo è stato nientepopodimeno che Tobaldo Soffiatromba di Pianilungone, chiamato affettuosamente Vecchio Tobia (che è anche il nome di una delle migliori varietà dell’erba). Di sicuro, nonostante sia una pianta che cresce spontanea un po` in tutta la Terra di Mezzo, sono gli Hobbit ad averla resa popolare come erba da fumo. Il terzo sottocapitolo, L’Ordinamento della Contea, continua l’analisi della Contea, descrivendone i confini e l’approssimativa struttura politica.

Il quarto sottocapitolo è ben più interessante. A Proposito della Scoperta dell’Anello riassume lo Hobbit per filo e per segno, dall’arrivo di Gandalf e dei tredici nani, guidati da Thorin Scudodiquercia, fino alla sconfitta del Drago e alla successiva Battaglia dei Cinque Eserciti. Sei lunghi paragrafi raccontano dello smarrimento di Bilbo nelle miniere sotto le Montagne Nebbiose e del suo incontro/scontro con Gollum. Come si diceva, in molti non avevano letto lo Hobbit, e potevano così recuperare la prima essenziale parte della storia.

Nella pagina seguente si precisa che quel mattacchione di Bilbo ha continuato a sostenere che l’Anello fosse un regalo fino alla fine. L’unico ad aver capito l’inganno è stato, ovviamente, Gandalf (agli Stregoni non si nasconde mai nulla): dopo lunghi interrogatori, è riuscito a forzare la verità, anche se a costo di una certa tensione nei loro rapporti.

Dopo il ritorno a casa di Bilbo il 22 giugno del 1342, non è successo, nella Contea, nulla degno di nota per 59 anni. La solita, bucolica vita da Hobbit. La Storia annotata nel Signore degli Anelli inizia qui, durante le preparazioni della festa per il centoundicesimo compleanno di Bilbo Baggins, rispettato Hobbit di Hobbiville.

Il Commento di LoC

Oh boy. Si capisce di trovarsi di fronte a un’opera sostanziosa quando si ha un Prologo di 7200 parole che non fa altro che impostare la scena.

Le qualità di Tolkien si iniziano a intravedere già in queste pagine. Nonostante la lunghezza e gli argomenti trattati, il Prologo non è mai pesante, e si legge con piacere fino alla fine. È un miscuglio di generi davvero interessante, dalla geopolitica dell’analisi della Contea all’antropologia degli studi sugli Hobbit, dal romanzo nel riassunto degli eventi dello Hobbit alla storia della Contea e dell’erba pipa.

Erba pipa che è il perfetto esempio della vita quieta e felice degli Hobbit. Chi non vorrebbe trascorrere delle ore fumando erba pipa e bevendo birra, in mezzo alla verde natura di Hobbiville? Tutte queste lunghe descrizioni della Contea e dello stile di vita degli Hobbit (e quelle che seguiranno nel primo capitolo) sono ancora più notevoli se si considera quello che succederà in seguito: senza spoilerare, è però abbastanza ovvio che accadrà qualcosa che costringerà i nostri protagonisti ad allontanarsi dalla loro amata casa e partire per un’avventura lunga e rischiosa.

Molto utile è anche la sottolineatura che Bilbo non ha mai detto a nessuno la verità sull’Anello, nemmeno al suo amato Frodo. Gandalf è riuscito a forzare la vera storia solo dopo lunghi interrogatori, e d’altra parte è uno Stregone, quindi in una categoria decisamente a parte. Un lettore attento capisce già in queste pagine che l’Anello avrà un posto prominente nello svolgersi del romanzo – per ora, comunque, rimane solo un anello magico in grado di rendere invisibile il portatore.

Cattivo della settimana

Senza dubbio Gollum. Anche se compare solo nel riassunto dello Hobbit, è già abbastanza per inquietarci e renderlo odioso:

Era un piccolo essere ripugnante: adoperava i grandi piedi piatti come remi, per muovere una piccola barca, mentre con pallidi occhi fosforescenti osservava i pesci ciechi che le sue lunghe dita afferravano ed infilavano, ancora vivi, in bocca. Mangiava ogni essere vivente che riusciva a catturare e strangolare, persino gli Orchetti.

Non preoccupatevi. Gollum tornerà, più pericoloso che mai.

Citazioni della settimana

“Gollum si mise in agguato e Bilbo fu tentato di ucciderlo con la spada. Ma la pietà glielo impedì.”

“Il Vecchio Tobia non volle mai svelare, nemmeno in punto di morte, dove scoprì quella pianta. Sapeva tutto sulle erbe, ma non era un gran viaggiatore.”


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